E’ alquanto complicato -  affrontare argomenti come questo, per le numerose implicazioni che - tale fenomeno- comporta; non semplici ne univoche – sono, infatti,  le angolazioni offerte da questa epopea ottocentesca, di respiro italiana, sì, ma di implicazioni – almeno - europee, se non addirittura - americane, dal momento che - una delle sue radici più significative – affonda- nei postulati della rivoluzione statunitense del 1775 e - uno dei suoi maggiori protagonisti, il generale Garibaldi, è stato più volte citato come “eroe dei due mondi”.
Una suggestione affascinante, per quanto priva di riscontro, è il tentativo- di arretrare- le sue origini - addirittura alla - prima metà dell’undicesimo secolo.
E’ uno storico napoletano, nato nel 1808 e deceduto nel 1882, tale Giuseppe Ricciardi,( sembra sia stato iniziato alla Giovine Italia di Mazzini) che ha lasciato, a noi posteri, volumi e trattati non privi di interesse, se non fosse per il fatto che molte delle argomentazioni apportate dal nostro, non possono essere verificabili, in quanto totalmente prive di risconto, come prima accennato; appunto, come il voler risalire all’anno 1.017 e a San Teobaldo di Provins, religioso eremita vicentino, il quale – sembra - essere stato tra i primi ad avere l’idea di produrre “carbone” dalla lenta procedura di combustione di vari alberi, tra i quali faggi, abeti, frassini e cerri.


Il Ricciardi scrive:
“ Credesi fondatore di essa - un Teobaldo, detto poi santo. Fattosi prete in Italia ed errabondo in Svezia, colà si trovava per convertire i pagani germanici. Tra quei montanari- egli- perfezionò il metodo della produzione di questo prezioso e particolare materiale, praticando il mestiere sotto forma di rito, come era uso dell’epoca nell’ esercitare una professione, ovvero- tramandare l’esercizio tramite esoterismo.
Un manuale, un trattato sotto forma di dialogo, tra l’esperto carbonaio ed i suoi allievi, venne compilato sin da quei tempi. Per accrescere il numero dei proseliti i seguaci di Teobaldo, in quel  tempo di profonda superstizione, per guadagnarsi prestigio e compenso, mischiarono la dottrina cattolica con la pratica di quel mestiere”.
Ciò che nobilita assai la ricostruzione del Ricciardi, e che rende, fin da subito, piena di somma lode- le origini della Carboneria fin dai suoi esordi, fu il fatto che: “ per essere accolti nel di lei seno, condizione primaria ed indispensabile era una vita incontaminata dal peccato.
I “buoni cugini”, come ebbero a chiamarsi sin da allora, erano tenuti strettissimamente ad esercitare l’ospitalità, non soltanto verso i loro consettari, ma verso chiunque altro essere umano che apparisse perseguitato dalla sorte avversa, dandogli, oltre al letto, anche il mangiare e il bere, cinque soldi ed un paio di scarpe.”
Nel giro di qualche decennio, ben prima che si andasse formando la tavola rotonda di re Artù, le foreste della Germania, della Francia, dell’Ardesia, della Giura, furono piene di” carbonari”.
Fin da allora le loro riunioni, manifeste dalle colonne di fumo delle cataste di legname, presero il nome di vendite, per costruire le quali - bastavano “tre” buoni cugini, ed “undici” a farle perfette.
Affidabili e caritatevoli, in tempi alquanto bui e pericolosi per la sopravvivenza umana,i “carbonari” si fecero apprezzare e rispettare dalle popolazioni collinari prima e delle vaste pianure in seguito.
Ricolma dei principi della giustizia e della fratellanza, la Carboneria subì una mutazione sociale, annoverando non più solo artigiani boscaioli, produttori del benefico materiale, facendo entrare nel suo seno- acculturati estimatori e danarosi confratelli.
Per motivi di tempo e di concisione, diventa opportuno restringere il campo del nostro interesse sul nostro paese, poiché quel genere di trasformazione, più sopra descritto, è opinione diffusa che -  in un primo tempo - la “Carboneria” italiana sia andata affermandosi nei versanti appenninici meridionali, dal basso Lazio, alla Campania, fino agli Abruzzi e persino in Sicilia, per poi congiungersi alle propaggini diffuse nel nord, che erano espansioni vere e proprie di “vendite” francesi, tedesche e svizzere.
Alla fine del diciottesimo secolo, agli albori della rivoluzione francese, le “vendite” carbonare erano numerosissime, in Europa e in Italia.
La caduta della dinastia regnante francese ed il lungo periodo tragicamente contrassegnato dalle numerose teste, mozzate dalla ghigliottina rivoluzionaria, dei Danton, Robespierre e Marat,  stavano portando in Europa e, per quel che ci riguarda, in Italia, un nuovo vento di libertà, fratellanza, uguaglianza, che ben si sposò con i saggi principi praticati dai numerosi “carbonari”, al punto tale da far dire a qualche studioso che le armate del generale, poi re di Italia e imperatore dei francesi, trovarono terreno fertile nei territori dove da secoli quei principi venivano praticati, e l’ostilità più bieca in Gran Bretagna, Austria e Russia, dove la carboneria non aveva attecchito.
Le tre potenze europee, infine, riuscirono ad avere ragione del piccolo corso, che venne confinato in pieno oceano atlantico, nell’isola di Sant’Elena, dove morì, nel 1821.
I vincitori si riunirono a Congresso, a Vienna,  tra il 1814 e il 1815, riportando sul trono i sovrani - spodestati da Napoleone, i quali ripristinarono regole assolutiste, cui dovevano il predominio.
Il capitolo della storia italiana, che ci ricorda quei fatti, è stato denominato “restaurazione”, dovendo con quel termine significare il ritorno agli antichi regimi, all’assolutismo monarchico, al sistema del governo dei privilegi, schiacciando così ogni minimo sentimento liberale e democratico, insito che fosse nelle legittime ispirazioni nazionali di un popolo, eternamente suddito.
La vecchia politica, adottata da queste monarchie restaurate, oltre a non prevedere alcuna manifestazione di libertà, sanciva il predominio assoluto dei sovrani, investiti della suprema autorità divina, su di un popolo di sudditi, che dovevano solo ubbidire.
Le libertà di pensiero, di opinione, di stampa, di associazione e di riunione non vennero permesse, in quanto dannose per l’autorità costituita. Le leggi napoleonica vengono abrogate ed i privilegi dei nobili e del clero ripristinati.
Nel Regno di Sardegna, nei ducati di Parma e Modena, nel Granducato di Toscana, nello Stato Pontificio, nel Regno delle due Sicilie,  nelle regioni venete ed in Lombardia, operarono  ministri retrivi, faziosi e di scarsa cultura, incapaci di capire l’esigenza di nuove istanze.  Stavano dalla quella parte molti aristocratici, molti funzionari pubblici, le forze di polizia, tutta gente interessata a mantenere l’ordine costituito. Prendeva corpo, però, in quei momenti, una minoranza di numero, ma di sempre più allargato interesse, composta da scrittori, studenti, medici, avvocati… avveduti ed accorti uomini del commercio, dell’artigianato e delle campagne, che avevano dalla loro - il vantaggio di una preparazione culturale sentita e voluta fermamente, una determinata preparazione alla capacità d’iniziativa e la coltivazione di un ideale, la cui fiamma soltanto attraverso le società segrete poteva essere propagandato.
Questo perché, nel periodo della “restaurazione” post napoleonica, ogni innovazione politica e sociale trovava insormontabili ostacoli nelle, appunto, restaurate disposizioni di legge, preludio a vere e proprie persecuzioni della polizia, incluso la carcerazione, l’esilio e la pena di morte.
I patrioti, che lottavano per avere istituzioni civili e giuridiche più adeguate ai tempi, erano per questo costretti a riunirsi di nascosto, creando tante società segrete, atte a cospirare contro la tirannia, auspicando la rivolta contro le classi nobili, militari e clero.
Oltre all’affermazione dei principi di democrazia e libertà, molte di queste società, come i Filadelfi, la Carboneria  e la Massoneria, aggiunsero l’esigenza dell’unità della patria italiana.
Molto affini ai Carbonari sono i Massoni; in comune hanno molti obiettivi, tra i quali l’onestà, la carità, ed il rispetto verso gli altri.
La Massoneria è la più importante, tra queste società segrete, per tradizione, contenuti e quantità di affiliati, molti dei quali passeranno nellefile della Carboneria, mettendo in gioco la stessa vita.
I massoni credono in un Ente Supremo, denominato Grande Architetto dell’Universo, negano qualsiasi tipologia di dogma ed avversano il clero come ceto sociale dominante, nell’istruzione e nella politica. Operano per favorire il progresso, condividono i principi dell’Illuminismo in letteratura ed intendono promuovere l’uguaglianza e la libertà di espressione tra gli uomini, attraverso la diffusione della cultura e la ricerca scientifica.
Ai primi dell’ottocento l’esercizio del mestiere di “carbonaro” era esercitato da un discreto numero di persone, per lo più abitanti di borghi vicino a boschi e foreste. Questa suggestiva tipologia di professione non era altamente redditizia, ma si prestava molto bene, come camuffamento, ai cospiratori politici liberali e repubblicani, logicamente avversi al potere restaurato dai monarchi assoluti.
Si prestava bene, ricalcare la rivolta nei dettami di questi umili artigiani, perché, chi lo praticava, , era obbligato a spostarsi di continuo, dovunque fosse stato possibile trasformare legname in carbone, da rivedere nelle città.
Era prescritto che ciascun “buono cugino”  doveva possedere almeno un fucile, o, almeno, una baionetta, od un pugnale, e versare nella cassa comune non meno di una lira al mese.
L’iniziazione ( ovvero la cerimonia di entrata) si compiva tramite veri e propri riti ad alto contenuto simbolico, dentro ai quali, per saggiare il coraggio del neofita, erano inseriti passaggi che mettevano alla prova la necessaria determinazione del soggetto, irti di ( finti) ostacoli che potevano incutere timori e rinunce.
I carbonari chiamarono la loro società: “ L’Ordine Carbonico”. L’anno carbonaro iniziava il primo di marzo; prendeva il nome di Primo Sole di Prima Luna. Anche in carboneria vigeva il “gradualismo” ovvero l’organigramma suddiviso per gradi.
Le finalità ed i programmi della Associazione venivano “svelati”  solo gradualmente all’adepto dai fratelli dei gradi superiori, allorché fosse stato ritenuto degno e maturo per comprenderli. I gradi erano quattro: apprendista, maestro, gran maestro e grande eletto.      
Genericamente in Carboneria si operava per “raggiungere la perfezione” della società civile.
Laddove la Carboneria fosse stata in grado di mettere assieme Dieci Buoni Cugini, colà poteva installarsi una “vendita”, termine con il quale si intendeva “riunione”. Ogni vendita assumeva un titolo distintivo. Ogni vendita doveva avere al suo interno sette dignitari, cioè un gran maestro, un primo assistente, un secondo assistente, un oratore, un segretario, un tesoriere ed un archivista. I primi tre dignitari assumevano la definizione di Luci.
I locali, nei quali i carbonari si riunirono, erano detti “baracche”; al centro del locale, per lo più una ampia sala del sottosuolo di un palazzo, era posto un tavolo, nel cui ripiano erano riposti oggetti che simboleggiavano i valori a caposaldo della organizzazione cospiratoria: un mucchio di carbone a ricordare la fatica, ovvero sia il pericolo affrontato nel difendere i valori della patria e della democrazia; un bicchiere colmo d’acqua dolce significava la purezza degli ideali carbonari, vicino ad uno ricolmo di acqua salata, che voleva significare l’amarezza e la dura punizione del tradimento; un gomitolo di corda stava a significare la solidarietà tra i “buoni cugini”, con accanto una corda annodata a scorsoio, che legava una fascina di legno; stava a significare il patto tra i membri. Una piccola scala aveva il significato di indicare il percorso difficile da seguire; mentre una corona di acacia spinosa voleva dire il sacrificio da affrontare.
Il gran maestro, che presiedeva la riunione teneva in mano una scure, a significare il disboscamento, utile a tracciare il retto sentiero.
La bandiera della carboneria consisteva in un rettangolo di stoffa comune, di tre colori orizzontali: in alto l’azzurro ( la speranza e la volontà di raggiungere la libertà e l’unità della nazione), in mezzo il colore rosso ( il pieno e incondizionato impegno a raggiungere lo scopo prefisso) ed in basso una fascia di colore nero che stava ad indicare la tenacia incrollabile.
Anche le donne si organizzarono in una associazione parallela, con gli stessi scopi e le stesse modalità. Questa associazione assunse la denominazione di “Le giardiniere” parafrasando quella attività al loro operare.
Dal 1815, anno della definitiva scomparsa del generale corso, divenuto imperatore dei francesi e per qualche tempo re d’Italia, fino al 1820 la  Carboneria italiana ebbe tempo e modo di organizzarsi come movimento patriottico rivoluzionario, ampliando il suo operato verso un ideale unitario della penisola, pensandola repubblicana.
Ad Alessandria, a Genova, a Mantova, in Calabria, in Puglia, nel lombardo veneto e nello stato pontificio i moti carbonari vennero ovunque schiacciati con determinazione e ferocia, procurando molte centinaia di condanne a morte e migliaia di anni di carcere duro.
Nel 1831 a Marsiglia Giuseppe Mazzini, fondando il movimento politico “Giovane Italia” riuscirà a convogliare in questo molti giovani carbonari, che continueranno la lotta contro il dispotismo e l’assolutismo della casta regia e nobiliare, clero compreso, fino alla prima e alla seconda guerra di indipendenza, dal 1848 al 1859, allorché Camillo Benso conte di Cavour organizzò per gli italiani l’egemonia dei sovrani francesi del regno di sardegna.  




Renato  Traquandi  
RITUALE DELLA CARBONERIA
DA ANTICHI MANOSCRITTI PARTENOPEI
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LESSICO


BARACCA: è il locale ove si adunano i Soci del Primo Grado.
VENDITA: Equivale al nome di Loggia.
CUGINI: Nome con cui si distinguono fra loro i Soci.
PAGANI: Si chiamano i non Carbonari.
UN SOLE: Un giorno.
UNA LUNA: Un mese.
VANTAGGI: Sono gli applausi.
TRONCO: Un tavolino.
ORDONl: Le file dei Soci (nome forse degenerato da Ordini).
LUPI: I persecutori della Società.
UN PEZZO DI FORNELLO: Una composizione qualunque.
CAMERA D'ONORE: L'unione del secondo Grado.
MONTAGNA: L'unione del terzo Grado.
SAN TEOBALDO: Il Protettore della Società nei suoi due primi Gradi.
GRAN MAESTRO DELL'UNIVERSO: E’ il nome che i Carbonari danno alla divinità
REGGENTE: Corrisponde al titolo di Venerabile fra i Massoni.
PATRIARCA: E’ il Capo, o Gran Maestro, della Società.
ASSISTENTE: Primo e Secondo: Dignità corrispondente ai Sorveglianti delle Logge.
BATTUTE: Sono le Batterie prese dalla Massoneria.
l principio dell'anno è il Primo di marzo che si chiama Primo Sole della Prima Luna. Così gli altri mesi si chiamano: Secondo, Terzo, Quarto, ecc.
I Rituale dei Carbonari è derivato dalla Massoneria.
Essi chiamano la loro Società L'Ordine Carbonico.

GRADO I
RITUALE DI APERTURA DEI LAVORI


in grado di Apprendente Carbonaro
II Gran Maestro batte un colpo di accetta, che viene ripetuto dagli Assistenti, dipoi dice:
- Prendete posto, buoni Cugini Carbonari. Buon Cugino Maestro di Cerimonie vedete se tutti i buoni Cugini sono ai loro posti.
II Maestro di Cerimonie se ne assicura e risponde:
-Tutti sono ai loro posti.
Gr. M.: Qual è il vostro dovere in Vendita, buon Cugino PrimoAssistente?
II 1° Ass. - Di assicurarmi se la nostra Baracca è buon coperta.
Gr. M. - Fatevene assicurare per mezzo del buon Cugino Esperto.
II 1° Ass. - Buon Cugino Esperto, fate il vostro dovere.
L'Esperto esce dalla Sala, verifica e al suo ritorno dice:
-Primo Assistente, siamo coperti.
II 1° Ass. Gran Maestro, la nostra Baracca è ben difesa dai Lupi dentro e fuori.
Gr. M.-             Primo Assistente, qual è il vostro secondo dovere?
II 1° Ass. - Di vedere se tutti gli Astanti sono decentemente vestiti e buoni Cugini di questa Rispettabile Vendita.
Gr. M. - Assicuratevene dunque per mezzo del buon Cugino Maestro di Cerimonie e dell'Esperto.
Il 1° Ass. ordina che facciano il giro. II Maestro di Cerimonie si fa dare da tutti la Parola Sacra e dice:
- Primo Ass. tutti gli Astanti sono decentemente vestiti e buoni Cugini di questa Vendita.
II l° Ass. lo ripete al Gran Maestro.
Gr. M. - Primo Ass. a che ora si aprono i nostri lavori?
II l° Ass. - Allorché il Sole illumina le nostre Foreste,
Gr. M. - Secondo Assistente, che ora è?
II 2° Ass. - II Sole illumina le nostre Foreste.
Gr. M. - Giacchè il Sole illumina le nostre Foreste, ed è ora chei buoni Cugini Carbonari diano principio ai loro lavori, Assistenti, prevenite tutti sui vostri Ordoni di unirsi a me, dopo la dovuta invocazione, ad aprire i lavori di questa Rispettabile Vendita e a portare i soliti vantaggi.
I due Assistenti ripetono gli Ordini ricevuti. II Gran Maestro batte
un colpo di Accetta, chiama all'Ordine e prosegue cosl:
Gr. M. - Alla Gloria del Gran Maestro dell'Universo e del nostro Protettore San Teobaldo e sotto gli auspici dell'Alta Vendita all'Ordine di Napoli, la Rispettabile Vendita sotto il titolo distintivo del......... apre i suoi lavori al Grado di Apprendente. A niuno è più permesso di muoversi dal proprio posto, né prendere la parola senza averla domandata.
Si fanno i segni e batte tre colpi in questa guisa:
- La Vendita è aperta. Buoni Cugini, prendete posto. Primo e Secondo Assistente, avvisate che tutti prestino attenzione alla lettura del pezzo di Fornello degli ultimi lavori.
Gli Assistenti ripetono e rispondono:
- Tutto è annunciato.
Gr. M. - Buon Cugino Segretario, avete la parola.
II Segretario legge il Processo dell'ultima seduta.
Gr. M. - Buoni Cugini, Primo e Secondo Assistenti, comunicate ai vostri Ordoni, che se intorno alla composizione del pezzo di Fornello letto ora dal Cugino Segretario sembrasse ad alcuno omessa o ben descritta qualche cosa, la parola gli è accordata.
Gli Ass. ripetono, poi il primo di essi dice:
- L'Avviso è andato.
Gr. M. - Buon Cugino Oratore, dateci le vostre conclusioni.
Dopo I'approvazione dell'Oratore e la sanzione che I'Assemblea manifesta con un triplice applauso si porta la composizione alla firma dei principali Ufficiali.
Gr. M. - Buon Cugino Esperto, compiacetevi di portarvi nella Foresta per assicurarvi se vi siano visitatori che domandino di prendere parte ai nostri lavori.
L'Esperto esce. Se ve ne sono, si fa dare i loro Certificati, quando non siano conosciuti, facendo inoltre scrivere il loro nome e cognome in un foglio che passera’ al Segretario. I Certificati ed altre carte si consegnano all'Oratore che le verifica. Se tutto è in regola, il Gr. M. dice:
- Fateli entrare, buon Cugino Esperto.
I visitatori entrano e si fermano in mezzo alla Sala, avanti al Quadro Simbolico.
Gr. M. - Di dove venite, buon Cugino Visitatore?
R. - Da una Foresta della mia Vendita e del mio Ordone.
Gr. M. - Ove andate voi?
R. - Nella Camera d'Onore.
G. M.         Che venite a fare qui?
R. - A vincere le mie passioni, sottomettere la mia volonta’ ed istruirmi nella Rispettabile Carboneria.
Gr. M. - Che portate voi dalla vostra Foresta?
R. - Delle legna, delle foglie, della terra, per costruire, accendere e cuocere un Fornello.
Gr. M. -         Non ci recate niente di più?
R. - Fede, Speranza e Carità a tutti i buoni Cugini di questa
Camera d'Onore e il desiderio di avere un posto fra voi.
Gr. M. Vi è accordato. Buon Cugino Maestro di Cerimonie, fatelo collocare ove gli spetta.

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INIZIAZIONE

II Cugino Copritore dice:
- Viene battuto alla porta da un Pagano.
Gli Assistenti ripetono:
- Viene battuto alla porta da un Pagano.
Gr. M. - Vedete chi è questo temerario che ardisce disturbare i nostri pacifici lavori.
Il Copritore dice: - è un pagano, che si è trovato smarrito nella Foresta.
Gli Assistenti ripetono: - è un pagano, che si è trovato smarrito nella Foresta.
Gr. M. - Domandategli che cosa ricerca e con quale diritto pretende entrare fra noi.
Il Copritore risponde per il Candidato:
R. - Con la liberalita’ dei suoi princìpi e con la moralita’ dei suoi costumi.
Gr. M. - Fatelo entrare. Cittadino, chi vi ha ispirato l'idea di venire fra noi e qual è il vostro disegno
(A questa e alle seguenti interrogazioni si attende la risposta spontanea del Candidato)
- Siete mai stato istruito del nostro Istituto?
Osservate di non dovere pentirvi di una risoluzione presa imprudentemente.
Quali riflessioni vi hanno ispirato gli oggetti offerti ai vostri sguardi nella grotta ove siete stato rinchiuso?
Quale idea vi siete formato delta Società, alla quale volete appartenere, ed a cui avete dovuto presentarvi privo
di metalli con gli occhi bendati?
Temete voi che alcuno di noi abusi della vostra debolezza e dello stato di cecità in cui vi trovate?
Questo acciecamento rappresenta lo stato d'ignoranza in cui l'uomo è generalmente obbligato di percorrere, di
errore in errore, fra le tenebre che lo circondano. Dagli errori si termina passando nell'eccesso dei vizi, i quali principalmente si riducono all'abuso delle proprietà, di cui sono segni i metalli, dei quali siete stato privato. Con
tale privazione noi intendiamo di prevenirvi contro i principali disordini delle Società corrotte, nel cui seno siete
stato finora educato. Noi esigiamo tre cose da chi vuole far parte della nostra Societa’:
1°. Una piena sincerità di cuore;
2°. Una assoluta docilita’;
3°. Una costanza a tutta prova nel disprezzare i pericoli. Siete voi pienamente determinato e vi sentite tutta la forza necessaria per sostenere le prove per le quali dovete passare? Queste richiedono tutta la fermezza di spi rito possibile, di cui sia l'uomo capace. Volete sottoporvi a questo terribile cimento?
Gr. M. - Giacchè siete intieramente risoluto, buon Cugino Esperto,
fategli fare il primo ed il secondo viaggio.
Esce e fatti i viaggi ritorna e batte irregolarmente alla porta.
Il Copritore dice:
- Secondo Assistente è il Pagano che ritorna dai suoi viaggi.
Gli Assistenti ripetono: - è il Pagano che ritorna dai suoi viaggi.
Gr. M. Fatelo entrare (fin qui ha usato un tono di voce severo, che ora addolcisce)
Che avete osservato nei vostri viaggi? (II Candidato replica come crede)
Voi avete dovuto combattere e superare il conflitto dei mali inevitabili della Natura, e ciò vi è stato indicato dal viaggio pericoloso per la Foresta fra lo strepito minaccevole della pioggia e dei tuoni. Per deporre poi l'originale impurità della Natura, onde siete composto, è stato necessario farvi passare e purificarla per mezzo del fuoco, nel che è consistito il vostro secondo viaggio. Possa questo fuoco materiale accendere in voi quel fuoco sacro di virtù, che si richiede nella vita novella che incominciate. Noi esigiamo da voi un'altra prova più forte, e questa è un Giuramento, il più sacro e inviolabile. Esso non offende né la Religione, né lo Stato, né i doveri o i diritti civili, ma dovete sottoscriverlo. Siete voi in stato di farlo?
Cand. - (Risponde affermativamente).
Gr. M. - In piedi e all'Ordine, buoni Cugini. Maestro di Cerimonie, fatelo avvicinare al Trono, accompagnato dalle guardie.

(Pronuncia il Giuramento in ginocchia).
Gr. M. - Maestro di Cerimonie, conducetelo in mezzo agli Ordoni.
- II primo e il secondo Assistente se gli accostano. II Maestro di Cerimonie gli sta dietro pronto a sbendarlo. Il 1° Ass. gli pone la mano sulla spalla.
Gr. M. - Che domandate voi, Pagano?
(Risponderà: La luce).
Gr. M. - Questa vi sara accordata al terzo colpo della mia Accetta.
Gli Assistenti rivolgono contro di lui le loro Accette. II Maestro di Cerimonie lo sbenda.
Gr. M. - Queste Accette, che vedete nelle nostre mani, serviranno per trucidarvi se diverrete spergiuro. Al contrario voleranno in vostro soccorso se ne avrete di bisogno, Maestro di Cerimonie conducetelo al Trono. Voi dovete pronunciare di nuovo e ratificare una parte del Giuramento da voi prestato ad occhi bendati. Ripetete con me:
Io giuro e prometto di riconoscere ed osservare gli Statuti Generali e Regolamenti dell'Ordine Carbonico e delI'Alta Vendita di Napoli e quelli non meno di questa Rispettabile Vendita di cui sono Membro.
Cio’ detto succede il Battesimo dell'Iniziato, che si fa così:
II Gran Maestro gli tocca gli occhi, le orecchie, le narici e i labbri con un panno di lino leggermente bagnato nell'acqua, dicendogli successivamente:
- Non vedrete che per mezzo dei nostri occhi.
- Non udirete che per le nostre orecchie.
- Odorerete gli effluvi del nostro Carbone.
- Non parlerete che parole savie.
Detto ciò il Gran Maestro prosegue:
- A gloria del Gran Maestro dell'Universo, in nome di San Teobaldo e sotto gli auspici dell'Alta Vendita di Napoli, per i poteri che mi sono stati confidati, vi costituisco Apprendente Carbonaro e Membro di questa Rispettabile Vendita.
(Si alza e gli dà le decorazioni)
- Prendete questi ornamenti, i quali servono per darvi il diritto di sedere fra noi. Non dovete giammai presentarvi qui senza esserne decorato. Per riconoscerci fra noi abbiamo dei Segni, Toccamenti e Parole Sacre. Queste ultime non si proferiscono che in Vendita, ove noi non usiamo più il titolo di Signore, ma quello di << Buon Cugino >>. Allorché sarete chiamato all'Ordine vi metterete così (glielo insegna). Gli siano restituiti i metalli. Il Gran Maestro gli dà il bacio di pace e ordina al Maestro di Cerimonie di istruirlo dei Segni e delle Parole; dipoi Io fa riconoscere dagli Assistenti.
Il 2° Ass. - Buon Cugino Primo Assistente, tutto è giusto e perfetto.
II Primo Assistente Io ripete al Gran Maestro. Intanto il Candidato sarà posto in mezzo alla Sala.
Gr. M. - Buoni Cugini Primo e Secondo Assistente, avvertite sui vostri Ordoni che sia riconosciuto in avvenire per Membro di questa Rispettabile Vendita il buon Cugino ... .... e ad unirsi a me per portargli i dovuti vantaggi.
Gli Assistenti ripetono.

Gr. M. - All'Ordine e a me i Segni.
Si fanno i Segni e gli Applausi. II Maestro di Cerimonie domanda la parola e ringrazia la Vendita per parte dell'Iniziato, il quale si uni-
sce a lui per portare i Vantaggi, ai quali sara risposto.
Gr. M. - Prendete posto, miei buoni Cugini.
L'Iniziato rimane nel mezzo, finchè gli sia stata fatta la spiegazione del Quadro. Dipoi sara messo alla testa degli Apprendenti.

TERMINE DEI LAVORI


Gr. M. - Buon Cugino Maestro di Cerimonie, fate girare il Sacco delle Proposizioni.
II Maestro di Cerimonie, eseguito che avrà il giro, sara accompagnato al Trono dagli Assistenti e da due Maestri. II Gran Maestro prendera’ i Pezzi e li numererà.
Gr. M. - Assistenti, avvertite che il Sacco ha prodotto N....(numero) proposizioni, che si passano al Segretario, acciò ne faccia lettura.
Gli Assistenti ripetono.
Gr. M. - Cugini Assistenti, avvertite che va a girare il Sacco per
i poveri.
Gli Assistenti ripetono. II Maestro di Cerimonie fa il giro della Sala accompagnato da due Maestri e porta il Sacco all'Oratore, che numera i pezzi col Gran Maestro.
Gr. M.: Buoni Cugini, il sacco dei poveri ha prodotto la medaglia di ... (numero) che si passa al buon Cugino Tesoriere. Assistenti, avvertite sui vostri Ordoni, che se alcuno ha qualche cosa da proporre in beneficio dell'Ordine e di questa Vendita, la parola gli è accordata.
Gli Assistenti ripetono, dipoi danno la risposta.
Gr. M. - Assistenti, avvertite sui vostri Ordoni, che va a leggersi dal Segretario I'abbozzo dei lavori del giorno.
Gli Assistenti eseguiscono, dipoi il Segretario legge.
Gr. M. - Se qualcuno ha delle osservazioni da fare sulla redazione del pezzo di Fornello letto, la parola gli è accordata.
Gli Assistenti ripetono, ed ha luogo la discussione, se occorre.
Gr. M. - Buon Cugino Oratore, dateci le vostre conclusioni.
L'Oratore legge le conclusioni, dipoi si chiudono i lavori in questa forma:
Gr. M. - Primo Assistente, a che ora si chiudono i nostri lavori?
R. - Allorchè il Sole non illumina più le nostre Foreste.
Gr. M. - Secondo Assistente, che ora è?
R. - II Sole non illumina più le nostre Foreste.
Gr. M.- Giacchè ii Sole non illumina più le nostre Foreste, è ora di chiudere i nostri lavori, Primo e Secondo Assistenti,avvertite tutti i buoni Cugini dei vostri Ordoni, acciò si uniscano a me per chiudere i lavori di questo giorno.
Gli Assistenti ripetono.
Gr. M. - All'Ordine e in piedi (batte i tre colpi del Grado).
A Gloria del Gran Maestro dell'Universo e sotto gli Auspici dell'Alta Vendita, la Risp. Vendita del......... chiude i suoi lavori al Grado di Apprendente. A me, buoni Cugini, per i segni.
II Gran Maestro fa i segni, dipoi gli Applausi e seco tutti gli altri.
Gr. M. - La Vendita è chiusa. Giuriamo segretezza e parola di riunirci alla prima occasione con maggior fervore.
Tutti alzano la mano e dicono:
- Giuro.
Di poi si fa la catena di unione, si dà scambievolmente la Parola di Passo e il bacio di pace e I'adunanza si scioglie.

Introduzione di un affiliato

D. - Di dove venite, mio buon Cugino Carbonaro?
R. - Dalla Foresta.
1. - Che avete voi fatto?
2. - Ad ogni costo ho provveduto dei materiali per cuocere il Fornello.
1. - Che cosa ci portate?
2. - Salute e amicizia a tutti i buoni Cugini Carbonari.
1. - Ove siete stato ricevuto?
2. - Sul panno di lino in una Camera di Onore di una Vendita Perfetta.
1. - Per dove vi hanno fatto passare?
2. - Per mezzo di una Foresta su gli scalini di un fornello di carboni
acceso da tre buoni Cugini Carbonari in una Camera di Onore.
1. - In quale modo eravate voi preparato?
2. - Ero decentemente vestito, ma bendato.
1. - Avete fatto qualche viaggio?
2. - Ne ho fatti due: uno per la Foresta e il secondo in mezzo alFuoco.
1. - Che indica il primo viaggio per la Foresta?
2. - Che la vita umana è circondata da pericoli, per evitare i quali
ogni buon Carbonaro deve essere vigilante ed accorto.
1. - Che cosa indica il secondo viaggio?
2. - Questo viaggio fatto in mezzo al fuoco, indica che il cuore dei buoni Carbonari deve essere purificato da ogni macchia, che deturpi e corrompa i buoni costumi.
1. - Che cosa osservaste dopo questi viaggi?
2. - Fui condotto bendato in Vendita, per rivelare il mio nome, cognome, patria, eta’, religione, condizione e il luogo di mia dimora attuale.
1. - Che portavano quelli che vi hanno ricevuto?
2. - Acqua, terra e foglie.
1. - Che significano queste cose?
2. - Che senza preparare i materiali non si possono costruire i fornelli e accendere i carboni.
1. - Introdotto in Vendita, oltre il vostro nome e cognome, che altro pronunciaste?
2. - Genuflesso avanti al Trono proferii il mio Giuramento, fui sben-dato, ed istruito dei Segni, Toccamento e Parole.
1. - Quali sono questi Segni?
2. - (Per risposta si fanno)
1. - Quali sono le Parole?
2. - Non le so tutte, ditemi la prima, che vi dirò la seconda.
(Si pronunciano a vicenda)
1. - Qual è il Toccamento?
2. - (Per risposta si dà)
1. - Che significa il Tronco?
2. - Il cielo e la rotondita della Terra.
1. - Che cosa intendete sotto queste figure?
2. - Nella superficie della Terra sono sparse tutti i buoni Cugini
Carbonari e il Cielo, con la sua volta, ci copre e ci protegge.
1 .- Che avete rimarcato sopra di esso?
2. - Sette basi ben collocate e in buon ordine.
I .- Quali sono queste basi?
2. - II panno di lino, I'acqua, il fuoco, il sale, la croce, le legna e le foglie.
1. - Che significa il panno di lino bianco?
2. - La candidezza dei nostri costumi, essenziale a tutti i buoni Carbonari.
1. - Che significa I'acqua?
2. - E’ quella, che resa sacramentale dal Gran Maestro dell'Universo,
ci ha resi suoi amici.
1. - Che significa il sale?
2. - E’ quello che ci istruisce di doverci noi adoperare per impedire la corruzione cagionata dal vizio nei nostri cuori, non solo in tutti i buoni Cugini Carbonari, ma ancora in tutto il rimanente degli uomini.
1. - Che significa il fuoco?
2. - Che il cuore dei buoni Carbonari deve essere sempre acceso dalle fiamme della carità e dalla Massima di quella sublime morale di fare agli altri ciò che si vorrebbe che fosse fatto a noi stessi.
- Che significa la testa recisa del lupo?
2. - E’ il destino riserbato a chi tentasse disturbare i nostri pacifici lavori.
- Che significa la croce?
2. - Che non si perviene alla virtù se non dopo grandi travagli, ad esempio del nostro Gran Maestro, che con la croce ci ha uniti a Dio.
1. - Che significano le legne e a che servono?
2. - Sono le principali materie per cuocere il Fornello.
1. - Che altro avete osservato?
2. - Un fazzoletto bianco e una quantita’ di terra: ho veduto ancora del filo, una corona di spine e alcuni nastri.
1. - Che significa il fazzoletto bianco?
2. - La purita’ e il candore del cuore dei buoni Cugini Carbonari.
1. - A che serve la terra?
2. - Per turare il fornello.
1. - Che cosa significa il filo?
2. - Quella mistica catena, che annoda e stringe i buoni Carbonari per mezzo della virtù.
1. - Che significa la corona di spine?
2. - E’ quella di cui devono i buoni Cugini Carbonari misticamente aver ornato il capo per ricordarsi che loro è proibito di formare
pensieri contrari alla virtù, alla religione e allo Stato.
1. - Che significano i nastri?
2. - Gli attributi principali della Societa’ Carbonica e gli abiti dei buoni Cugini.
1. - Di quale colore sono i nastri?
2. - Bleu, rosso e nero.
1. - Che significa il bleu?
2. - II fuoco del Fornello.
1. - Che significa il rosso?
2. - La fiamma del Fornello.
1. - Che significa il nero?
2. - II carbone del Fomello.
1. - Qual è il mistico significato di questi vari colori?
2. - Il bleu significa la Speranza, il rosso la carità e il nero la fede.
1. - Di quale materia fu fatto il primo Carbone?
2. - Di felce e di ortica.
1. - Siete voi Apprendente Carbonaro?
2. - Per tale mi conoscono i miei Maestri.
1. - Quanto tempo ci vuole per fare un Apprendente?
2. - Nove sedute.
1. - Con chi lavorano gli Apprendenti?
2. - Sotto la direzione dei Maestri.
1. - Che significa il segno di Apprendente?
2. - La fede dei Buoni Carbonari.
1. - Che significa il Modello appeso alla veste?
2. - La pertica del Fornello.
1. - Come si tagliano le legne?
2. - A guisa di modello come la pertica.
1. - Che significa il Cappello in Vendita?
2. - II fornello coperto.


SPIEGAZIONE DEL QUADRO SIMBOLICO

SOLE E LUNA. Astri che illuminano i lavori.
CROCE. Non si perviene alla virtu’ se non dopo lunghi travagli, a imitazione del Gran Maestro dell'Universo.
SAN TEOBALDO. Quello che serve di guida ai lavori dei buoni Carbonari.
BARACCA. Serve per raccogliere e per difendere i buoni Carbonari dalle molestie dei Lupi.
CORONA. E’ proibito formare pensieri contrari alla virtu e allo Stato.
SCALA. Si giunge a gradi alla perfezione.
FILO. Mistica catena, che lega i buoni Carbonari.
FOGLIE. Coprire le leggerezze dei buoni Cugini.
VANGA. Si devono scavare fossi al vizio.
ACCETTA. Svelle il male dalle radici, come si vede troncata la testa del lupo disturbatore.
FORESTA. Luogo ove i buoni Carbonari si uniscono per i loro lavori.
PALA. Sono obbligati i buoni Carbonari a spargere sopra la terra le massime della sana morale e della buona filosofia.
PANNO di LINO. Senza tale candidezza di costumi non si può essere buon Carbonaro.
TERRA E ZAPPA. Sotterrare e coprire il segreto nel cuore dei buoni Carbonari.
TRONCO. La rotondità della Terra ove abitano i Carbonari, e il Cielo che li ricopre con la sua volta.
PERTICA. II distintivo di apprendente.
FONTE. Lo spirito e i costumi dei Carbonari devono essere lavati da qualunque macchia che avessero contratta nel mondo pagano.
FORNELLO. Converte le legna in carbone, così i buoni cugini si perfezionano con I'assiduita’ ai lavori.
LEGNA. Materia per cuocere il Fornello.


GIURAMENTO: Alla Gloria del Gran Maestro dell'Universo, io (Nome) giuro e prometto sopra gli Statuti dell'Ordine e su questo ferro punitore dei spergiuri di custodire scrupolosamente segreti della Rispettabile Carboneria; di non scrivere, incidere, dipingere cosa alcuna, senza averne ottenuto il permesso dall'Alta Vendita. Giuro di soccorrere i miei buoni Cugini per quanto lo permettono le mie lacolta' e di non attentare al loro onore, nè a quello delle loro famiglie. Se divengo spergiuro, sono contento che il mio corpo sia fatto in pezzi, indi bruciato e le ceneri sparse al vento, accio' il mio nome sia in esecrazione a tutti i buoni Cugini Carbonari sparsi sulla superficie della Terra. Così Dio mi sia in aiuto.

La Sala ove si tengono le assemblee di questo Grado è illuminata con candele di cera gialla sopra candelieri neri. II tavolino, o Altare, posto avanti al Gran Maestro è fatto in forma di un albero troncato. Nel mezzo è il Quadro Simbolico, a tre lati del quale sono tre candele più grandi, parimente di cera gialla. Gli Ufficiali sono armati di Accetta. Tutti gli altri portano la spada. In occasione di Ricevimento tengono un cappuccio di tela scura, che copre il viso e cade sul petto e sulle spalle fino ai fianchi. La Camera di preparazione rappresenta una Caverna con teschi ed ossa.

SEGNO D'ORDINE: Tenere le braccia incrociate sopra il Corpo.

SEGNO ANTICO: Si descrive una doppia Croce con ambedue le mani, scendendo dalle spalle al corpo con i diti adunchi e stesi, e dipoi andando con la mano destra dal fianco sinistro al diritto e con la sinistra dal fianco diritto al sinistro.

NUOVO SEGNO:sta a significare che un buon Carbonaro deve prima permettere che gli sia svelto il cuore dal seno, che tradire i segreti della Società.

TOCCAMENTO: si descrive col dito indice della mano destra un cerchio sotto il polso del Compagno, battendovi tre piccoli colpi, uno distaccato e due uniti.

PAROLA DI PASSO ANTICA: Felce-Ortica.
NUOVA PAROLA DI PASSO: Costanza-Perseveranza.
PAROLA SACRA ANTICA: Fede-Speranza-Carità.
NUOVA PAROLA SACRA: Forza-Salute-Coraggio.
Vi è anche un'altra Parola Segreta detta di Riconoscimento, che si cambia ogni due mesi, perciè si chiama bimestrale.

Diploma carbonaro  ( anno 1833) Italia

Tessera di ammissione alla Società dei Veri italiani su cui sono stampati simboli e sigle massonici e carbonari. La croce denota pazienza; la corona di spine, prudenza; la fascina di legna, l'unione; la pala e la vanga indicano l'obbligo dei carbonari di diffondere le proprie idee e di fare nuovi adepti; la capanna il luogo di riunione lontano dalla città. La catena a forma di stella salomonica unisce tra loro i carbonari; la stella a sei punte, che risulta così formata dalla sovrapposizione di due triangoli, è simbolo del movimento e del contrasto eterno tra vita materiale e quella spirituale. Il sole è l'astro che illumina l'attività dei carbonari; le foglie di acacia, pianta sempreverde, simboleggiano l'incorruttibilità e la resistenza ad ogni persecuzione; il forno acceso racchiude il fuoco, fonte di ogni creazione e simbolo dell'amore per il prossimo; la stretta di mano, è segnale di saluto. All'interno della stella ci sono due sigle di origine massonica formate dall'iniziale maiuscola delle parole, separate tra loro da una breve serie di puntini: "A...G...D...G...M...D...U" significa "Alla gloria del gran maestro dell'universo", mentre "S...G...A...D...N...P...S...T" significa "Sotto gli auspici del nostro protettore S. Teobaldo".
Sul lato sinistro del diploma vi è un nastro di seta a strisce di colore nero, rosso e azzurro rappresentante il tricolore carbonaro, mentre a destra, sotto una stella, è stampato il distintivo della società, un pugnale incrociato con uno stile penna d'oca e, come in ogni tessera delle società aderenti alla Carboneria Riformata, la scritta "ne varietur".