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I Repubblicani nella Repubblica
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ALBERTO MARIO (n. Lendinara 1825 – m. Lendinara 1883)

Alberto Mario

Discendente da una nobile famiglia di origine ferrarese, stabilitasi da molto tempo a Lendinara, Alberto Mario è un giovane studente dell’Università di Padova, quando , l’ 8 febbraio 1848, partecipa attivamente alle manifestazioni patriottiche, tanto da essere costretto a riparare a Bologna, dove trova modo di unirsi alle truppe del Papato, inviate da Pio IX nelle prime avvisaglie della Prima Guerra d’Indipendenza.

 

Combatte contro gli austriaci a Bassano del Grappa, Treviso e Vicenza. Al termine della campagna militare ripara a Milano, dove ha modo di conoscere Mazzini e Garibaldi.

Negli anni che vanno dal 1849 al 1857, Mario soggiornò a lungo a Genova, assieme ad altri patrioti, in esilio.

Passati alcuni mesi nel carcere di sant’Andrea, a Genova, per aver partecipato a eventi rivoluzionari, tra l’altro miseramente falliti, Mario si trasferì a Londra, dove, nel 1858 sposò Jessie White, giornalista corrispondente del London Daily News. Assieme alla moglie giornalista intraprese alcuni viaggi negli Stati Uniti, dove ebbe modo di perorare la causa risorgimentale italiana.

Tornato in Italia, dopo aver passato qualche giorno in prigione, venne espulso dal Regno di Sardegna; riparò in Svizzera, a Lugano, dove già si trovavano Mazzini e Cattaneo. A Lugano Alberto Mario si accollò la direzione del periodico mazziniano "Pensiero e Azione".

Nel 1860, durante la campagna garibaldina in Sicilia e a Napoli, Alberto mario e la moglie riuscirono ad imbarcarsi con una spedizione capitanata da Medici, noto patriota garibaldino, e raggiunsero il "Generale"

Nel fulgore delle sue vittorie anti borboniche.

Era di convinzione un federalista, ovvero propugnava una federazione di stati liberali con l’obiettivo di abbattere le " satrapie burocratiche", come amava asserire, insite nella mentalità centralista italiana, allo scopo di realizzare una legislazione più articolata, adatta a garantire l’autogoverno di istituzioni decentrate come regioni e comuni. Durante l’impresa garibaldina Alberto Mario ebbe l’ingrato compito di reprimere in Calabria le rivolte dei contadini rimasti fedeli ai Borboni.

Nel 1862, con l’aiuto della moglie, Mario scrisse un volume dal titolo " La camicia rossa", che era un memoriale sulla Spedizione dei Mille, pubblicato in lingua inglese.

Nel 1866 partecipò attivamente alla campagna contro l’Austria, al comando di reparti di marinai, sorta di moderni marines impegnati contro gli imperiali sul Lago di Garda.

Nel 1867 era al seguito di Garibaldi, presente agli episodi di Monterotondo e Mentana, quando il Generale provò a prendersi la Roma papista.

Una volta fattasi l’unità si dedicò al giornalismo. Divenne direttore de La Provincia di Mantova dal 1872 al 1874; lo fu anche de la Rivista repubblicana nel biennio 1878- 1879 e de La Lega della Democrazia dal 1880 al 1883.

Dal 1862 al 1866, per motivi di salute, ma anche in quanto desidero di pace e tranquillità, prese residenza vicino a Firenze, in una villa a Bellosguardo, il cui nome rivela la bellezza naturale del luogo toscano.

Essendo già avvenuta l’annessione del Veneto al Regno d’Italia Alberto Mario tornò a Lendinara, dove morì il 2 giugno del 1883.