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Sentieri repubblicani
Il seme Repubblicano
Giuseppe Mazzini
Giuseppe Garibaldi
L'eredità di Mazzini
Partito Repubblicano Italiano
Il P.R.I. in Parlamento: Gli uomini, i pensieri, le azioni
Randolfo Pacciardi
Casablanca
Pacciardi Parte II
Per una nuova Repubblica
Da Madrid a Madrid
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Mani

Sono molteplici le cause che hanno convinto me ed i miei amici ad inserire questo sito, in mezzo ai tanti esistenti,  sull’argomento che più mi sta a cuore; ovvero l’importanza della presenza, nel panorama politico odierno, delle tematiche dei repubblicani italiani.

Governare la Patria,, in cui si vive e si opera, è pratica molto antica. I cavernicoli e gli aborigeni, non ancora “homo sapiens”, avvertendo la necessità concreta del vive assieme, dopo aver dato luogo alla istituzione della “famiglia”, nel cui seno assicurarsi la discendenza, attuarono quanto viene definito con il termine “gruppo”, mettendo assieme vari nuclei familiari, accomunati dal bisogno, appunto comune, di procacciare il cibo e difendersi dalle insidie della natura. L’anziano, più esperto e più avveduto, divenne il capo del gruppo, in quanto l’anarchia, non ancora capita e catalogata tuttavia, faceva nascere confusione e disastri nocivi.

Prima che l’uomo imparasse dalla terra quanto viene tuttora definito “il miracolo dell’agricoltura”, le esigenze primarie obbligarono quei gruppi a spostarsi nel territorio, alla ricerca di animali da cacciare e di frutti da cogliere. Questo modo di vivere, se risolse i problemi della sopravvivenza, provocò d’altro canto dispute e scontri, motivati dalla scarsità di provviste in tempi non buoni o dal naturale desiderio di procurarsi territori prosperi.

Accanto al capo anziano e saggio apparve il giovane guerriero, forte, sano, aitante e solare, il cui carisma e l’abilità dimostrata in battaglia. spronava gli altri giovani della tribù ad imitarne le gesta.

Nacque e si diffuse il concetto del “capo”, del “sovrano” e del “sacerdote”, quest’ultimo con il potere di un presunto controllo sui fenomeni non conosciuti della natura, dal fulmine al vento, dalla irruenza delle acque alla inestricabile presenza di corpi celesti sulle loro teste, sia di giorno che di notte.

Secoli, millenni di epopea del genere umano, colorati molto spesso di rosso per il tanto sangue versato, sia dagli eroi che dalle vittime, che ci hanno portato ad un responsabile della tribù, circondato da una corte di consiglieri e famigli, per diritto di sangue, per volere divino ed infine, scelto dagli altri componenti del gruppo.

Oggi ancora queste tre maniere di assumere il comando di una nazione, coesistono e si integrano. Esistono case regnanti che esercitano il potere esecutivo o di rappresentanza, esistono gerarchie militari che lo mantengono tramite milizie armate, utilizzate anche per soffocare il dissenso, così come esistono, e sono la maggior parte, repubbliche democratiche e popolari, che esercitano il potere esecutivo, di rappresentanza e di fatto, sotto varie forme di rappresentanza.

L’intento che ci siamo prefissi, io ed i miei amici, nel voler realizzare questo sito, è di accompagnare il navigatore internettiano (sia quello che casualmente si imbatte in queste pagine, sia quello che appositamente le viene a cercare) lungo un tracciato logico e consequenziale, utile a far conoscere una storia, un’idea, in tempi come questi, in cui sembra prevalere il concetto che parole come “etica” ed “ideale” non abbiano più valore.

In queste pagine cercherò di spiegare perché l’ideologia, l’etica, i comportamenti dei tanti protagonisti della storia del repubblicanesimo italiano non possono essere dimenticati, ne tanto meno superati.

La domanda, che esige una risposta chiara, è di quelle che hanno fatto in qualche caso la fortuna, e molto spesso la rovina, dei tanti che nel passato hanno tentato di trovare il bandolo della matassa: “ Chi siamo? Da dove veniamo? Dove vogliamo andare?”.

In questi tre interrogativi si racchiude come dentro ad un cerchio, il cui raggio ed il cui perimetro nessuno finora è mai riuscito a calcolare, il destino della umanità intera.

Di contrasto c’è il principio del “carpe diem”, ovvero la possibilità di vivere la propria esistenza ingegnandoci a sfruttare solo e soltanto ciò che viene ritenuto a portata di mano, con il minimo sforzo ed in assenza di cupidigia, far prevalere l’egoismo; trascorrere giorno dopo giorno cercando di risolvere le tante problematiche del quotidiano solo con i mezzi a disposizione, accontentandoci di sbarcare il lunario. Accantonate le ambizioni e la curiosità, chi ritiene valido questo modo di vivere si lascia trascinare dalla corrente del fiume della vita, delegando ad altri gli sforzi necessari per ogni soluzione a qualsivoglia problematica vitale.

Questo sito non vuol essere un trattato di storia, per cui mi torna utile non entrare nel merito degli eventi attraverso i quali l’umanità ha vissuto il progresso dai tempi delle palafitte e delle caverne all’era atomica, ne tanto meno generalizzare le dimensioni geografiche conquistate, da allora ad oggi, che il nostro satellite e molta parte del firmamento continuano ad avere sempre meno segreti.

Nemmeno di letteratura tratterò, dacchè l’ingegno umano ha prodotto nei secoli moltissimi capolavori, ed anche, in misura maggiore, sciatterie e volgarità.

Partirò subito col dire che questo sito avrà un unico argomento; cercherò di percorrere un ideale sentiero, per fornire a me stesso e a chi avrà voglia di seguirmi in questa fatica, risposte a quei tre interrogativi,(chi siamo?, da dove veniamo?, dove vogliamo andare?), nello scosceso versante della politica italiana, tentando di portar acqua al mulino delle ragioni del repubblicanesimo unitario risorgimentale.

Se la curiosità in Voi è ancora abbastanza forte e siete ancora collegati a questo sito sento l’obbligo di spiegarvi che mi sono preso l’incombenza di provarci, spronato da un gruppo di amici fidati,subito dopo gli esiti delle elezioni amministrative del marzo 2010, quando milioni di elettori sono stati chiamati ad eleggere i presidenti di 13 regioni, i relativi consiglieri ed altre decine di consigli provinciali e comunali.

C’è chi ha vinto, c’è chi ha perso, ci sono stati i commenti che da anni vengono pedissequamente riportati dai mass media nazionali e locali…., ci sono i soddisfatti e i soliti bastian contrari….., c’è insomma la solita atmosfera che si respira da molti anni a questa parte.

Ma Il dato più eclatante di tutti, ma non poi tanto inatteso, e la strabiliante astensione dal voto dei cittadini italiani che detengono il diritto di voto.

Questo è il target, per dirla con questo inglesismo efficace, cui è mia intenzione rivolgermi. Astenersi dal voto, cui siamo chiamati dal dovere della democrazia, è fenomeno abbastanza antico, e le motivazioni per cui avviene sono pure molteplici. Bisognerebbe soffermarci al fine di approfondire il concetto di “democrazia”, derivante dal greco antico, che ha il significato ridondante di “governo del popolo”; ritengo di farlo nelle prossime righe, prendendo in esame le varie interpretazioni che nel mondo cosiddetto “all’occidentale” il potere politico ha concretizzato in questi ultimi duecento anni.

Nel 1763 erano già tredici le colonie “autonome” costituite nei territori dell’America del Nord, tra le terre del Messico ed i possedimenti francesi del Canada. Motivi economici, politici ed ambientali, uniti alle esigenze di amalgamare stuoli di persone che provenivano da usi e costumi molto diversi tra loro, sono alla base delle motivazioni della rivolta, che portò alla Dichiarazione di Indipendenza nel 1783, che sarà, come lo è tuttora, la pietra miliare della democrazia moderna.

Al centro di questo documento c’è l’uomo, non certamente inteso solo come maschio ma come essere umano con tutte le sue varianti sessuali e di età, e le sue esigenze per sopravvivere.

Gli echi di quelle vicende sono i prodromi di quella che la Storia riporta come “La Rivoluzione Francese”, che portò tra il 1789 e il 1799, alla fine di una dinastia regnante ed alla affermazione di un dettato di libertà nella fratellanza e nella uguaglianza tra i cittadini di uno stato, limando i privilegi delle caste feudali.

Nei dieci anni di tempo in cui è durata, la Rivoluzione Francese ha attraversato molte fasi, dai sanculotti ai girondini, dai fanatici del “Terrore” all’affermazione del giovane generale Napoleone Bonaparte, il quale, se pur erigendosi a portabandiera dei valori della Rivoluzione, arriverà a costruirci un suo Impero.

E’ nella fase conclusiva di questi due avvenimenti storici che nasce il seme del repubblicanesimo italiano e la reale esigenza di uno stato unitario a Sud delle Alpi.

Il diciottesimo secolo, che è stato quello nel quale hanno vissuto il fenomeno classicheggiante conosciuto con il nome di Arcadia e l’affermato movimento dell’illuminismo, nella penisola italiana influenzò un giovanissimo chierico che si chiamava Melchiorre Gioia.